Lo specchio delle libellule by Ibbotson Eva

Lo specchio delle libellule by Ibbotson Eva

autore:Ibbotson Eva
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Narrativa Straniera
ISBN: 9788862561297
editore: Salani
pubblicato: 2010-04-26T22:00:00+00:00


Per un po', dopo che se ne fu andata, tutti rimasero in silenzio. Tally aveva riconosciuto la megera che aveva visto alla finestra del palazzo e subito un brivido le era corso lungo la schiena. Ciò che chiese, però, fu: «Chi è Carlotta?»

Karil si sfregò via il tuorlo dai pantaloni e disse: «È una specie di mia cugina. Ha i boccoli, porta abiti bianchi e sorride molto».

«E ti piace?»

«Non l'ho mai incontrata».

Fu proprio pensando a Carlotta che Karil, per la prima volta dalla morte del padre, si ritrovò a chiedersi dove sarebbe potuto andare se avesse raggiunto l'Inghilterra sano e salvo. Il luogo più ovvio gli sembrò la casa del nonno, a Londra.

«Abita a casa di mio nonno» spiegò. Poi, con tono stanco, aggiunse: «Mi sa che è dove andrò ad abitare anch'io se riesco a espatriare. È piena di miei parenti».

«Non sei obbligato» disse Tally. «A meno che tu non voglia. Potresti venire con noi a Delderton. Ti piacerebbe».

Gli altri annuirono.

«Facciamo un sacco di cose. Potresti avere anche tu un animale» gli disse Barney. «Io ho un axolotl». Stava anche per dirgli che l'axolotl si chiamava Zog, ma poi ci ripensò. Dopotutto anche Karil adesso era un re in esilio.

«Il prossimo trimestre metteremo in scena Persefone» disse Verity.

«Le lezioni di biologia di Matteo sono fantastiche» disse Tod.

«E c'è un fiume con le lontre» fece Tally. «È bello quasi quanto il tuo laghetto delle libellule. E anche le lezioni meno belle sono divertenti, quando devi diventare una forchetta o bollire dei mazzi di cardiaca». Descrisse la piacevole campagna, l'albero di cedro in cui tutte le mattine cantava un merlo, le stanze dipinte di bianco, una per ciascun alunno, che potevano essere decorate a piacere. «Certo, essere liberi può diventare molto faticoso, ma ti ci abitui presto».

«Non riesco a immaginarmi come sia essere liberi» disse Karil. «Poter fare quello che si vuole».

Kit comunque si sentì in dovere di chiarire una cosa: «Non giochiamo a cricket. Proprio mai. Dovrai fartene una ragione».

Per fortuna a Karil non importava granché di uno sport che in Bergania non era seguito.

«Mi accetterebbero, in questa vostra scuola?»

«Ma certo». Per Tally era già cosa fatta. «Anche se non hai soldi, il preside ti concederà una borsa di studio. Io ne ho una, quindi perché non dovresti averla tu?»

«E aspetta di conoscere Clemmy» disse Barney. «Insegna arte ed è la cuoca più brava in tutta l'Inghilterra».

Il treno andava a tutto vapore verso il confine. Karil chiuse gli occhi e sognò quel luogo in cui ci si poteva svegliare ogni mattina fra amici e scegliere come passare la giornata. E ci sarebbe stato anche Matteo, colui che era stato il miglior amico di suo padre.

Tally invece stava pensando a Carlotta.

'Dovrei sorridere di più?' si chiese. No, non sarebbe servito. Restava comunque la questione dei boccoli. Una volta zia May aveva tentato di arricciarle i capelli e i risultati erano stati disastrosi.

E in tutta la sua vita non aveva mai neanche indossato un abito bianco, figurarsi averne uno.



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